Una trappola linguistica

«Cortese dr. Raso,
ho appena scaricato dalla rete il suo prezioso libro Un tesoro di lingua, segnalatomi da un amico assieme al suo meraviglioso blog. Voglio ringraziare l'Editore che, generosamente, lo ha messo in circolazione gratuitamente. Spulciando la sua rubrica mi sono imbattuto in un suo vecchio post dove lei sostiene che il prefisso intra non richiede il cosiddetto raddoppiamento sintattico e porta l'esempio del verbo intravedere: io intravedo, non intravvedo.
Come la mettiamo, allora, con intrattenere, intrappolare, intrapporre, intrallazzo e altri vocaboli che ora non mi sovvengono, tutti, rigorosamente, con la consonante raddoppiata?
Cordiali saluti
Raimondo B.
Crotone
»

Cortese amico, non lo sostengo io, ma la legge grammaticale. Quanto agli esempi che lei riporta sono tutti vocaboli che non hanno nulla che vedere con il prefisso intra-, etimologicamente assente. Andiamo con ordine.
Intrattenere è composto con il prefisso in- e il verbo trattenere (quindi: intrattenere); lo stesso discorso per intrappolare essendo formato con in- e il sostantivo trappola (intrappolare).
Per quanto riguarda intrapporre, anche se riportato da alcuni vocabolari, è voce tollerata perché è un rifacimento di interporre con cambio di prefisso; la grafia corretta resta intraporre.
Intrallazzo, infine, è un neologismo tratto dalla voce dialettale siciliana intirilazzu o ntrallazzu, anche se si può risalire al latino inter (tra) e laqueus (laccio) e in quest'ultimo caso il raddoppio
della l si spiegherebbe con il fatto che la pronuncia meridionale tende al raddoppiamento delle consonanti, al contrario di quella settentrionale, veneta in particolare.

10-02-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Mai

Mai è un avverbio di tempo con due accezioni distinte: qualche volta (una volta) e nessuna volta.
Quando sta per una volta non richiede la negazione non: dicesse mai (una volta) la verità.

Deve essere necessariamente preceduto dalla negazione (non) quando vale nessuna volta: non l'ho mai incontrato; nell'uso corrente si tende a omettere il non: mai incontrato, meglio non l'ho mai incontrato. 09-02-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Invece

Due parole, due, sull'avverbio invece, che si può scrivere in grafia analitica (in vece) e in grafia univerbata (invece), naturalmente non a caso.

In grafia scissa quando l'avverbio in questione assume il significato di in luogo di, al posto di: alla cerimonia era presente l'assessore alla cultura in vece (al posto) del sindaco.

In grafia univerbata se l'avverbio ha il significato di al contrario, all'opposto e simili: sembrava un galantuomo, invece si è rivelato un mascalzone.

Nell'uso corrente è spesso rafforzato dalle congiunzioni ma o mentre: ha detto di essere uscito, mentre invece è rimasto tutto il giorno chiuso in casa. È un uso prettamente familiare che — in buona lingua italiana — è meglio evitare.

08-02-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink