Paragonare: con o a?

Il verbo paragonare — forse non tutti lo sanno — ha due distinti significati e si costruisce, per tanto, con due diverse preposizioni: 'con' e 'a'.

Cominciamo con il dire che è transitivo e in quanto tale, nei tempi composti, prende l'ausiliare avere. Ma veniamo al dunque.

Quando ha l'accezione di confrontare e simili richiede la preposizione con: caro amico, non puoi paragonare (mettere a confronto) il tuo lavoro con quello di Osvaldo.

Nel significato di assomigliare è seguito dalla preposizione a: visto il tuo comportamento ti paragono a un animale.

26-07-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


Un consiglio su... consigliare

e apriamo un qualsivoglia vocabolario al lemma consigliare leggiamo: «Suggerire ad agire in un certo modo; proporre; raccomandare; esortare; verbo transitivo». Quando significa dare consigli può reggere tanto il complemento oggetto quanto il complemento di termine.
Le due costruzioni sono equivalenti, si possono, cioè, adoperare indifferentemente quando il predetto verbo regge una subordinata oggettiva: lo consigliai di rivolgersi a un buon avvocato; gli consigliai di rivolgersi a un buon avvocato.
Ciò che i sacri testi (quelli che abbiamo consultato) non riportano è quando è obbligatorio l'uso dell'uno o dell'altro complemento. Vediamo, dunque. Si deve adoperare obbligatoriamente il complemento di termine quando il verbo in questione regge un altro complemento oggetto: il medico gli consigliò una cura termale.
Si userà il complemento oggetto allorché il verbo consigliare è seguito da un avverbio di modo o maniera: il suo amico lo ha sempre consigliato bene.

25-07-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink


L'odissea (linguistica) della cartamoneta

Le persone che non masticano bene la lingua italiana non sanno come regolarsi per formare il plurale di cartamoneta. I vocabolari non aiutano, anzi...
Su nove vocabolari spulciati solo sei concordano (ma a nostro avviso contravvenendo alle norme che regolano la formazione del plurale dei nomi composti). Il solo plurale "corretto" — a nostro modo di vedere — è cartamonete, perché essendo un sostantivo composto di due nomi dello stesso genere nella forma plurale cambia la desinenza del secondo sostantivo.
Vediamo, ora, il "verdetto" dei vocabolari consultati.
GRADIT: cartemoneta;
Devoto-Oli: cartemonete;
Sabatini Coletti: cartemonete;
Treccani: cartemonete;
Zingarelli: solo singolare;
Gabrielli: solo singolare;
Garzanti: cartemonete;
De Agostini: cartemonete;
Sandron: cartemonete.

24-07-2019 — Autore: Fausto Raso — permalink