Ecco la nocenza
In un processo familiare il giudice, vale a dire il padre di un ragazzo, imputato di aver picchiato un suo compagno di classe, esclamò: «Ecco la prova della sua nocenza!». Tutti applaudirono perché credevano che nocenza fosse l'aferesi di innocenza.
L'imputato, quindi, era non colpevole. Ma le cose in lingua non stanno così. Nocenza non è l'aferesi di innocenza. L'aferesi, come si sa, è la caduta di una vocale o di una sillaba iniziale di una parola. Tondo, per esempio, è l'aferesi di rotondo [(ro)tondo].
Il termine, quindi, non attestato dalla quasi totalità dei vocabolari, non è, insomma, [in]nocenza, ma il suo contrario e sta per colpevolezza. Si può trovare, comunque, cliccando sul collegamento in calce. E a proposito di aferesi, accorciamento e apocope non sono sinonimi di aferesi perché indicano la caduta della vocale o della sillaba finale di una parola.
Il populismo
Il populismo, secondo i comuni vocabolari e in questo caso riportiamo dal Gabrielli in rete, è :
«1 LETTER Tendenza di alcuni movimenti letterari e artistici ad assumere e rappresentare il popolo come portatore, di per sé, di valori etici e sociali.
2 POLIT Atteggiamento di chi cerca consensi tra le classi sociali meno evolute, usando a questo scopo luoghi comuni di facile presa.
3 ST Movimento politico e letterario russo della seconda metà dell'Ottocento, tendente ad avvicinare le classi colte alle masse popolari».
Nel collegamento in calce, un articolo del linguista Giuseppe Patota spiega come il termine è giunto a noi.
Accademia della Crusca
L'acluofobia
«Cortese dott. Raso,
seguo il suo blog da quando è nato e dal quale ho appreso molti segreti sulla nostra bella lingua, oggi sempre più maltrattata e offesa. Il suo lavoro, quindi, in difesa della lingua di Dante è ammirevole e degno di lode. Le scrivo per sapere se esiste un termine per indicare la tremenda paura del luoghi bui, paura di cui è affetta mia moglie. Non sono riuscito a trovare, nei dizionari consultati, il vocabolo, sempre che esista. Sa dirmi qualcosa in proposito?
Grazie in anticipo e cordiali saluti.
Giovanni T.
Gorizia»
Sì, gentile Giovanni il termine esiste, anzi esistono perché sono due: acluofobia e scotofobia, entrambi di derivazione greca. Il primo, se non cado in errore, è ignorato da tutti i vocabolari; il secondo, invece, è attestato solo in alcuni. Vediamo la loro composizione. Acluofobia è composto con le voci greche ἀχλύς achlus (buio, oscurità) e φόβος fòbos (paura); scotofobia è formato con σκότος skòtos (buio) e, ovviamente, φόβος fòbos (fobia, paura).

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