Morfire

Forse pochi sanno che esisteva un verbo riferito a una persona che mangia avidamente: morfire.

Questo verbo, però, non è schiettamente italiano perché sembra provenga dal francese morfier (mangiare con ingordigia), di probabile origine germanica.

Perché, "esisteva"? Perché sembra non sia piú attestato nei vocabolari. Almeno quelli in nostro possesso.

Si può vedere, comunque, nei collegamenti in calce.

Google.it - morfire

06-06-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Complemento di causa? Sì, ma quale?

Riteniamo necessario fare un po' di chiarezza sul complemento di causa. Le grammatiche lo liquidano con due parole: «Indica la causa per la quale si compie l'azione espressa dal verbo e risponde alle domande sottintese perché?, per quale motivo?, a causa di che cosa? e simili»: Giovanni tremava per la paura degli esami; quei poveri barboni sono morti di freddo; il traffico è rimasto bloccato da un incidente sull'autostrada.
La causa per cui avviene ciò che esprime il verbo — ed è questo che non tutti i sacri testi grammaticali riportano — si può distinguere in: causa impediente, causa esterna, causa interna. Vediamo nell'ordine.
Causa impediente: indica il motivo che ostacola l'azione del soggetto (Per lo sciopero dei treni non potrò essere presente);
causa esterna: quando indica una ragione esterna al soggetto provocandone una reazione (Sono deluso dal comportamento dei miei amici);
causa interna: quando indica un motivo interno al soggetto provocandone reazioni psichiche o fisiche (In quell'occasione noi tutti siamo sbiancati dalla paura).
Occorre dire, però, che si tratta di distinzioni di ordine logico che non hanno conseguenze sul piano sintattico-grammaticale. Servono, però, a nostro modesto parere, a sviluppare la capacità di analizzare e ragionare.

05-06-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink


Indurre e indulgere

Molto spesso questi due verbi vengono confusi perché ritenuti l'uno sinonimo dell'altro. Sono, invece, due verbi a sé stanti con significati completamente diversi.
Il primo — come recitano i vocabolari — significa spingere a un determinato atteggiamento o comportamento, quindi incitare, convincere, persuadere e può essere seguito tanto dalla preposizione in quanto dalla preposizione a: indurre qualcuno in tentazione; indurre in errore; il suo comportamento mi ha indotto a lasciare la comitiva. L'uso di questa o quella preposizione dipende, naturalmente, dal contesto.
Il secondo sta per accondiscendere, acconsentire e simili e si costruisce esclusivamente con la preposizione a: indulgere agli errori; indulgere alla tentazione; indulgere ai desiderata di qualcuno.
Alcuni vocabolari, forse per analogia con indurre, consentono l'uso della preposizione in, ma è un uso arbitrario che non trova riscontri nei testi letterari.

Etimo.it - indurre
Etimo.it - indulgere

04-06-2018 — Autore: Fausto Raso — permalink