Eternizzare? No, eternare
Il verbo “eternizzare”, che sconsigliamo, anzi condanniamo recisamente, è registrato solo – se non cadiamo in errore – nel GDU del De Mauro.
Gli altri vocabolari riportano la sola forma corretta “eternare” (rendere eterno, immortalare).
Perché condanniamo “eternizzare”? Perché è voce scorretta modellata sul francese “éterniser”.
In buona lingua italiana si dice, per l’appunto, “eternare”, come possiamo apprendere dal divino Poeta: «M’insegnavate come l’uom s’etterna» (Inferno, XV).
Adoperato nella forma riflessiva (eternarsi) sta per “procurarsi una fama perenne”.
Una rapida ricerca con Googlelibri ha dato 2.110 occorrenze per “eternizzare” (che, ripetiamo, è voce errata) e 56.200 per “eternare”.
Andare in giulebbe
Ecco un modo di dire veramente poco conosciuto.
Si adopera quando si vuole mettere in particolare evidenza il fatto che una persona è “preda” di una grande gioia o piacere, spesso esagerando fino a sdilinquirsi, dando l’impressione di sciogliersi.
La locuzione fa riferimento a una bevanda. In proposito si vedano i collegamenti in calce.
Google - giulebbe
Etimo.it - giulebbe
Essere dolce di sale
Ecco un altro modo di dire - che potremmo definire "ossimorico" - probabilmente sconosciuto ai piú.
Si adopera in senso ironico o scherzoso per definire una persona sciocca, di scarsa intelligenza o estremamente ingenua o credulona.
L'espressione è tratta dal mondo culinario dove con "dolce di sale" si intende una pietanza insipida.

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