Proferire e... profferire
Due parole, due, sul verbo proferire perché alcuni ritengono che si possa scrivere anche con due “f" (profferire) e i vocabolari, in proposito, non sono di aiuto (anzi, molto spesso confondono le idee).
Il verbo in questione, dunque, sì, si può scrivere con una o due f, ma cambiando di grafia cambia anche di significato.
Con una sola f, proferire, sta per «dire, esclamare, pronunciare» e simili: Giuseppe non proferì parola (non disse, cioè, una parola).
Con due, profferire, significa «offrire, regalare, mettersi a disposizione» (di qualcuno): Pasquale gli profferì il suo aiuto (si mise a sua disposizione per aiutarlo).
Quattrenne? Non fa una grinza
«Cortese dott. Raso,
un bambino di quattro anni si può definire quattrenne? L'insegnante di mio figlio (scuola media) lo ha definito un errore. Per costei la sola forma corretta è un bambino di quattro anni. È proprio errato?
Può dirmi qualcosa in proposito? Seguo sempre il suo meraviglioso blog e ho scaricato dalla rete il suo altrettanto meraviglioso libro Un tesoro di lingua.
Grazie se avrò una risposta.
Cordialmente.
Antonio C. Cagliari»
Gentile Antonio, no, non è affatto errato, anche se di uso non comune; non tutti i vocabolari, infatti, lo attestano. È un aggettivo (ma anche sostantivo maschile e femminile) composto con quattro e il suffisso -enne (dal latino ennem, da annus) e significa, per l'appunto, che ha quattro anni di età.
In proposito la rimando a un “verdetto" della Crusca.
Insonte
Ancora un vocabolo snobbato dai comuni dizionari sebbene di origine aulica: insonte.
Aggettivo che sta per innocente, che non fa male, innocuo e simili.
Lo registra il Tommaseo-Bellini.
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