115. Nella poesia l'anteposizione dell'oggetto al verbo, non ha altri limiti che l'equivoco, e perciò si usa ogni momento. Le donne, i cavalier, l'armi, gli amori, Le cortesie, l'audaci imprese io canto. Ariosto. - E molte genti fe' già viver grame. Dante. - Ivi, quando il meriggio in ciel si volve La sua tranquilla imago il sol dipinge. Leopardi. - E tu (o Firenze) i cari parenti e l'idioma Desti a quel dolce di Calliope labro Che Amore nudo in Grecia e nudo in Roma D'un velo candidissimo adornando Rendea nel grembo a Venere celeste. Foscolo.

Duplicazione dell'oggetto
116. Nell'uso vivo, e spesso anche nelle scritture, l'oggetto premesso al verbo diventa come indipendente, e quindi vien ripetuto accanto al verbo medesimo, mediante un pronome congiuntivo (mi, ti ecc. lo, la, li, le). Non può .... le città che egli acquista, sottometterle o farle tributarie a quella città, di che egli è tiranno. Machiavelli. (Vedine altri esempii nella P. II, cap. I, § 20).

Predicato nominale con l'oggetto
117. Quando l'oggetto è accompagnato da un predicato nominale, questo più comunemente si premette, ma spesso anche si pospone, secondochè occorre farlo notare meno o più dell'oggetto stesso, e secondochè è solo o seguito da varii complementi: (vedi P. II, cap. I, § 16).

Complementi attributivi
118. Fra i complementi attributivi, il sostantivo determinante, quando è usato come semplice attributo, si suole anteporre al sostantivo determinato; p. es. L'imperatore Carlo V; Padre Cristoforo, Suor Teresa ecc. Se vien posposto, prende senso di apposizione, p. es. Il Canova scultore, S. Giovanni Grisostomo, Dante autore della D. Commedia. Di rado l'apposizione si premette al sostantivo determinato; p. es. L'autore della D. Commedia, Dante Alighieri.

119. Il casato si pospone regolarmente al nome proprio delle persone, eccettochè negli indici o cataloghi, dov'è necessario mettere in serie ordinata ciò che distingue una persona o una cosa dalle altre.

120. Quanto alla collocazione dell'aggettivo rispetto al sostantivo, vedi il capitolo precedente, § 3.

121. I complementi attributivi che consistono in nomi retti da preposizioni (vedi P. II, cap. II, § 7 e seg.) seguono regolarmente al sostantivo, specialmente se sieno legati con altre parole. (Vedine gli esempii nel capitolo citato). Solo qualche volta si potrà anteporli, anche in prosa, per amor di buon suono o di varietà, fuggendo però ogni affettazione o pomposità; p. es. D'una deserta capanna teneva somiglianza. Caro. - Spegne i nemici ed è delle prede e delle taglie signore. Machiavelli.