Un complemento bistrattato

Ancora un complemento bistrattato. Esaminiamo questa frase: « Giovanni è più alto di Mario di tre centimetri ». Tutti (?) i sacri testi grammaticali, di tre centimetri lo classificherebbero un complemento di abbondanza : Giovanni, nei confronti di Mario, abbonda di altezza.
Il complemento di abbondanza indica, infatti, ciò di cui una persona o una cosa abbonda, è introdotto dalla preposizione di ed è retto dai verbi indicanti pienezza, ricchezza come, per esempio, colmare, saziare, traboccare, abbondare, riempire, arricchire e simili. Può anche essere retto da aggettivi quali munito, dotato, colmo, zeppo, fornito, pieno eccetera: Roma è ricca di monumenti.
Quando questo complemento indica, però, la differenza che intercorre tra due elementi della frase e può essere retto da un comparativo ( più alto di , maggiore di, ecc.), da una preposizione o da un avverbio che stabiliscono un raffronto, da verbi che indicano precedenza o superamento è più corretto chiamarlo, anzi si deve chiamare complemento di differenza : pochi giorni dopo ; cinque metri oltre la curva ; l o precede di alcune ore.
Questa differenza tra il complemento di differenza e quello di abbondanza , se non cadiamo in errore, non è messa in luce nei testi grammaticali che abbiamo consultato. Nell’esempio iniziale, dunque, « Giovanni è più alto di Mario di tre centimetri »
abbiamo un complemento di differenza e non di abbondanza.

30-03-2017 — Autore: Fausto Raso