C'è qualità e... qualità

Il linguaggio burocratico - che, ricordiamolo, non fa la lingua - ci ha abituati a frasi del tipo in qualità di...; nella qualità di..., ecc.
In molte lettere di assunzione si può, infatti, leggere: Siamo lieti di comunicarle che dal giorno 10 luglio 2007 lei sarà assunto presso la nostra Società in qualità di segretario. È un'espressione, questa, da evitare se si vuole scrivere e parlare in buona lingua italiana.
Qualità - in casi del genere - si può sostituire con come, con il grado di: sarà assunto con il grado di segretario o, ancora meglio, con l'incarico di segretario.
Come è da evitare - sempre che si voglia scrivere e parlare correttamente - l'espressione di qualità nel significato di buona, ottima qualità: è un libro di qualità; uno spettacolo di qualità.
Fa notare il linguista Rigutini - non l'illustre sconosciuto estensore di queste noterelle - che si tratta del solito francesismo che consiste nel dare un senso determinato a parole che hanno bisogno di una determinazione; una qualità può essere anche cattiva e mediocre oltre che buona.
Eppure oggi tale locuzione è largamente usata, e dicono stoffa di qualità per significare che è un'ottima stoffa. Coloro che amano il bel parlare e il bello scrivere evitino questi gallicismi. Come? Facendo precedere (o seguire) la qualità dalla sua determinazione: ottima, buona, mediocre e via dicendo.

24-12-2009 — Autore: Fausto Raso