Che film, strepitoso!

A proposito di termini adoperati nel loro significato figurato di cui si fa un grande abuso – ieri ci siamo occupati dei vari colpi – ci viene alla mente l’aggettivo strepitoso, adoperato dalla stampa a ogni piè sospinto e tanto caro ai critici cinematografici che nelle loro recensioni non perdono occasione per scrivere che «quel film ha riscosso un successo strepitoso».
Strepitoso, anche se è sinonimo di bellissimo, favoloso, mirabile e simili – e chi non lo sa? – a nostro modo di vedere non si può attaccare al successo. E ci spieghiamo.
Sotto il profilo prettamente etimologico questo aggettivo discende dal latino (sempre lui!) strepitu(m) , tratto dal verbo strepere (far rumore); non vediamo, quindi, come possa essere strepitoso un successo, come possa, cioè, fare rumore.
Gli applausi saranno strepitosi perché fanno, appunto, rumore, non il successo. Sarebbe il caso, per tanto, di non abusare del significato figurato del predetto aggettivo al fine di non cadere nel ridicolo. A questo proposito, fa notare Aldo Gabrielli, un notissimo intenditore d’arte definì strepitose due tavole di un grande pittore del Trecento.
In quel caso l’aggettivo scelto dal critico risultò, oltre che improprio (le pitture fanno rumore?) un po’ irriverente o se preferite – per usare un termine oggi tanto di moda - dissacrante.
A voi, gentili amici lettori, seguire o no i consigli linguistici contenuti in queste modestissime noterelle.

20-01-2010 — Autore: Fausto Raso