Dare un aghetto per avere un galletto

Questo modo di dire assomiglia al detto — conosciuto e non abbisognevole di spiegazioni — nessuno fa niente per niente e si tira in ballo quando, disinteressatamente, si offre un piccolo dono contando di riceverne un altro di valore superiore.
L’espressione — che oggi ha assunto una connotazione maligna — trae origine dalla vita monacale femminile. Un tempo le religiose, al contrario dei frati, non andavano in giro a
questuare, ma offrivano i loro lavori, fatti con l’ago o l’uncinetto (aghetto), in cambio di generi alimentari o altri beni (galletto).
Con il tempo è nata la variante — dal sapore maligno — fare come le monache che danno un aghetto per avere un galletto riferita a una donna che si serve delle proprie grazie per fini lucrativi.
L’aghetto del modo di dire — oggi pressoché scomparso dal nostro vocabolario — è chiaramente una metafora che sta per il laccio che stringeva i capi d’abbigliamento intimo femminile.
Di significato affine alla prima versione della locuzione, l’espressione dare un ago per avere un palo, vale a dire cercare di ottenere un grossissimo beneficio in cambio di poco. La locuzione si basa — è intuitivo — sul confronto dimensionale dei due oggetti (ago e palo).   

08-04-2016 — Autore: Fausto Raso