Forse e bene

Forse è bene ricordarlo, è un avverbio, l’altro è avverbio e sostantivo. Il primo vocabolo ha molte sfumature che danno un significato diverso alla proposizione (o al periodo) a seconda del contesto. Vediamole. Può indicare:

1) un dubbio, un’incertezza, un’esitazione: forse arriverò giovedì prossimo;
2) un permesso, una concessione: forse potresti provare ;
3) una speranza, una possibilità: forse riusciremo in quell’impresa;
4) un’ironia: do fastidio, forse? esclamò il rapinatore;
5) un’approssimazione: erano forse cinque le persone coinvolte;
6) un caso (nelle interrogative): quando sei uscito hai forse incontrato Luigi?

Da notare che nelle interrogative retoriche accentua la negazione o l’affermazione: è forse una bugia ciò che ti sto dicendo?; forse che non rammenti che ne abbiamo già discusso?
Bene, invece, può essere tanto sostantivo quanto avverbio. Si può troncare in ben, nel caso sempre senza apostrofo, anche davanti a sostantivi femminili: ben amato, ben amata. Una forma particolare di troncamento in vocale con l’apostrofo è be’ (ebbene, dunque) adoperata come avverbio concessivo, avverbio conclusivo e avverbio interrogativo: be’, cosa desideri?
Nelle parole composte che cominciano con la consonante p, contravvenendo alla regola grammaticale, la n non si tramuta in m in quanto i componenti sono ancora avvertiti come distinti: benportante (ben portante); benpensante (ben pensante) ecc.
14-07-2016 — Autore: Fausto Raso