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Ignazio Silone
(✶1900 †1978)
Dal 1931 al 1933, dirige la rivista in lingua tedesca Information, da lui stesso fondata ed attorno alla quale raccoglie oltre settanta illustri firme della letteratura e dell'arte, cosa che gli consente anche di interessarsi alle nuove tendenze dell'architettura e del design d'avanguardia, essendo entrato in contatto con gli artisti seguaci della Bauhaus.
Nel periodo del suo soggiorno zurighese (che si protrarrà sino a dopo la fine del conflitto bellico), Silone è molto attivo sul fronte culturale collaborando ad una piccola casa editrice (Le nuove Edizioni di Capolago) che pubblica principalmente scritti di autori emigrati; intreccia una breve ma intensa relazione con la scrittrice e psicanalista Aline Valangin che lo aiuta molto con le sue conoscenze nella pubblicazione del suo romanzo, mentre nel frattempo si era andata affievolendo quella con Gabriella Seidenfeld cui, tuttavia rimarrà molto legato anche dopo la rottura sentimentale.
Nel 1934 esce Il Fascismo. Origini e sviluppo (titolo originale in lingua tedesca, Der Faschismus), un saggio politico e l'anno seguente Un viaggio a Parigi, raccolta di racconti di stampo satirico scritti per un giornale svizzero.
Nel 1936 è la volta del romanzo Pane e vino (che diventerà nella versione successiva pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore nel 1955, Vino e pane), pubblicato a Zurigo l'anno successivo, in cui lo scrittore presenta una vicenda fortemente emblematica che ha numerosi punti di contatto autobiografici (il comunista Pietro Spina che rientra in Italia per scatenare una sollevazione dei contadini marsicani contro i fascisti).
Numerosi, come erano stati del resto per Fontamara, sono gli elogi tributati a Silone anche per questo romanzo, ovviamente di intellettuali stranieri tra i quali spiccano Thomas Mann o Albert Camus; quest'ultimo recensisce così l'ultimo romanzo siloniano:
«Se la parola poesia ha un senso, è qua che la ritrovi, in questo spaccato di un'Italia eterna e rustica, in queste descrizioni di cipressi e di cieli senza eguali e nei gesti secolari di questi contadini italiani»
Grazie al nuovo successo letterario Silone diviene ormai stabilmente intellettuale di primissimo piano nella vita culturale europea e, in particolare animatore di quella svizzera; incrementa la sua attività di denuncia sia contro il regime mussoliniano sia contro quello staliniano sovietico, arrivando per quest'ultimo a parlare di "fascismo rosso", insofferente com'è, per carattere e formazione, ai dogmi ideologici dominanti e spinto dalla sua fede autentica per la libertà e per la vera giustizia.
Viene invitato, in questi anni, a collaborare con importanti riviste politiche ma Silone, ancora toccato dall'esperienza dell'uscita dal partito, non accetta né la proposta di Carlo Rosselli a scrivere sulla rivista del suo movimento Giustizia e libertà e a cui risponde di essere «uno che è fuori da ogni organizzazione e fuori vuole restare», né, più tardi all'invito rivoltogli dagli intellettuali tedeschi filo-sovietici di Das Wort, rivista diretta da Bertolt Brecht.
È anche dalle considerazioni sul "fascismo rosso" che scaturisce il suo nuovo saggio La scuola dei dittatori, anomalo nella struttura narrativa (è infatti un dialogo fra tre personaggi, con un'impronta fortemente ironica e sarcastica) che viene pubblicato in tedesco nel 1938 e che è subito tradotto in Inghilterra e negli Stati Uniti, risentendo però molto in termini di diffusione per la mancata edizione francese e per le proibizioni in Germania, in Austria, oltre che, ovviamente in Italia dove approderà solo nel 1962, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore.
Pure del 1938 è uno scritto pubblicato a Londra (solo nel 1949 stampato in Italia dalla rivista Il Ponte con il titolo di Nuovo incontro con Giuseppe Mazzini) in cui Silone pone l'accento su alcuni aspetti peculiari del pensiero mazziniano ai quale sovente darà forma nei suoi romanzi e nei suoi scritti.
L'anno seguente Silone si riavvicina, per la prima volta dopo la traumatica uscita dal Partito Comunista, alla politica, sebbene soltanto sotto forma di considerazioni scaturite in un'intervista concessa ad una rivista della sinistra radicale americana; per Silone è necessario ripartire da un socialismo più autentico per poter costruire la cosiddetta "terza via", in antitesi alle democrazie ad ai fascismi dell'epoca.
Dopo un mandato di cattura con richiesta di estradizione al governo elvetico fatta pervenire dall'Italia, sebbene non andata a buon fine per il diniego svizzero che impone allo scrittore solo un divieto di esercitare propaganda politica, Silone anche in concomitanza con l'entrata in guerra del suo paese, entra a far parte del Centro Estero del Partito Socialista, diventandone segretario col nome clandestino di "Sormani".
Gli anni della guerra
Nel 1941 esce in tedesco Il seme sotto la neve, poi pubblicato l'anno seguente dalle "Nuove Edizioni di Capolago" a Lugano, in lingua italiana, nonostante i tentativi del governo elvetico, su pressioni della Legazione italiana a Berna, di sottoporre il romanzo a tagli censori. La vicenda narrata sembra essere la naturale prosecuzione di Pane e vino e il romanzo frutta a Silone giudizi estremamente lusinghieri, soprattutto dalla stampa e dalla critica letteraria straniera.
Nel dicembre dello stesso anno Silone conosce a Zurigo Darina Laracy, giovane corrispondente irlandese del New York Herald Tribune; dal primo incontro avvenuto in una nota biblioteca della città svizzera, passando per la successiva frequentazione sino alle nozze celebrate a Roma quattro anni più tardi, Darina resterà compagna inseparabile di Silone sino alla morte di lui.
Nel 1942 ad una conferenza dal titolo Situazione degli ex, Silone illustra le sue idee ad un folto gruppo di esponenti politici svizzeri e tedeschi, attaccando il marxismo la cui involuzione dogmatica è, per lo scrittore, «una delle tragedie della nostra epoca», riscoprendo l'eredità cristiana e auspicando il federalismo per l'Europa alla fine del conflitto; parla inoltre del cosiddetto "Terzo Fronte" che si contrappone sia al fascismo sia all'ingerenza delle democrazie alleate, lanciando l'omonima testata di una rivista che assume come parola d'ordine la formula gandhiana della "disobbedienza civile". Redige inoltre Il manifesto per la disubbidienza civile, pubblicato sul foglio "Il Terzo Fronte. Organo del Partito Socialista Italiano".
A causa del suo eccessivo esporsi le autorità elvetiche dispongono il suo arresto, avvenuto il 14 dicembre 1942 con l'accusa di "illecito svolgimento di attività politica" ma, il provvedimento di espulsione emesso in seguito alla richiesta di estradizione inoltrata dal governo italiano non verrà mai eseguito; Silone infatti viene prima internato per motivi di salute a Davos, quindi a Baden, dove resterà sino alla fine della sua permanenza in Svizzera.
È del 1944 la riduzione teatrale di Pane e Vino e prende il titolo di Ed egli si nascose pubblicato prima in tedesco e quindi in inglese grazie alla traduzione di Darina; in Italia il dramma appare solo l'anno successivo pubblicato dalla Editrice Documento.
Dal 1º febbraio 1944 diventa direttore della nuova edizione della rivista l'Avvenire dei lavoratori, vecchio foglio di Zurigo, uscito in veste rinnovata e che Silone anima con interessanti dibattiti culturali, scrivendo gran parte degli articoli e scegliendo i temi da trattare; parallelamente collabora ad un'altra rivista, Libera Stampa, giornale d'ispirazione socialista del Canton Ticino.
Il ritorno in patria
Il 13 ottobre 1944 Silone rientra in Italia, dopo anni di esilio, atterrando con un piccolo aereo militare americano all'aeroporto di Capodichino di Napoli; trascorre la notte a Caserta ed il giorno dopo è a Roma dove si vede con Pietro Nenni. Così il leader socialista annoterà nel suo diario, ricordando l'incontro:«L'incontro è stato affettuosissimo. Silone era molto commosso. Per tagliar corto ad ogni recriminazione sul passato egli ha tenuto a dirmi che per lui io ero il capo del partito, che egli concordava pienamente con la politica unitaria, che si metteva a disposizione del partito se lo ritenevo utilizzabile, che in caso diverso, si sarebbe rifugiato nella sua attività di scrittore.»
Dopo la Liberazione e il difficile ritorno del paese alla normalità post-bellica, lo scrittore pescinese inizia la sua attività culturale anche in Italia, mostrando subito alcuni lati del suo anticonformismo, prendendo posizione contro l'antifascismo di facciata e manifestando la sua contrarietà ad ogni epurazione (a tal proposito pubblica sull'Avanti! un articolo dall'eloquente titolo Superare l'antifascismo).
Per Silone la politica è indissociabile dalla cultura e le sue analisi acute e profonde si manifestano sia in saggi pubblicati su varie riviste, sia anche attraverso la partecipazione attiva a interessanti iniziative culturali (è presidente dell'Associazione Nazionale "Amici dell'Università" e fonda con la moglie il "Teatro del Popolo").
Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera
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