26. Se al soggetto plurale seguono, come spesso si usa nel verso, i pronomi ciascuno, ognuno ecc. in singolare, resta singolare anche il predicato. Ivi le Grazie ciascheduna sorse. Strocchi.

27. In alcune frasi, dov’entra la parola cosa (ogni cosa, che cosa, cosa ecc.) l’aggettivo o il participio del predicato si fa maschile. Cos’è accaduto al mio padrone? Manzoni. – Fu loro detto ogni cosa. G. Fiorentino. – Tu vedi che ogni cosa è pieno. Boccaccio.

28. Possono prendere il predicato maschile anche alcuni nomi femminili riferiti a maschio. Quella bestia (Tofano) era pur disposto a voler che tutti gli Aretini sapessero la lor vergogna. Boccaccio.

29. Se il soggetto è un infinito, spesso piglia a suo predicato il nome cosa accompagnato da un aggettivo. Umana cosa è (umano sarebbe oscuro) aver compassione degli afflitti. Boccaccio. (Vedi P. I, c II, § 7).

30. Dopo Ella riferito ad uomo, cui si parli in terza persona, il predicato nominale può farsi maschile; p. es. Signore, ella è tanto buono ecc. (Parte I, cap. XV, § 8).

31. Co’ verbi impersonali o impersonalmente usati si adopera spesso un soggetto od un predicato nominale di numero plurale (P. I, cap. XXIV, § 6 e 9). Altre volte col pronome di prima persona plurale si congiunge un predicato impersonale (Ivi, § 10 e 11).

32. Nella moltiplicazione dei numerali si pone il predicato in singolare; p. es. due via due fa quattro; quattro via dieci fa quaranta. Quanto alle locuzioni è un’ora e mezzo, sono le quattro e mezzo ecc. vedi addietro, P. I, cap. V, § 11.

Concordanza del predicato con più soggetti
33. Se i soggetti sono più d’uno, e di numero o di genere diferenti fra loro, varii sono i modi di accordarvi il predicato. Ecco le regole principali.

34. Numero. Il predicato verbale dipendente da più soggetti, tutti od alcuno di numero singolare, si pone in plurale. L’uso e la sperienza signoreggiano le arti. S. Concordio. – Consiglio e ragione conducono la vittoria. Davanzati. – Briga hanno insieme bellezza ed onestà. S. Concordio.



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