35. Eccezioni. Si usa o può usarsi il singolare nei seguenti casi:
se i soggetti sono non persone ma cose, e queste sinonime fra di loro o risguardate dallo scrittore come un tutto insieme. Il romore e il tumulto era grande: Machiavelli. – L’acqua in un tempo e ’l vento e la tempesta Negli occhi a’ Franchi impetuosa fere. Tasso. – Mentre tutti gl’infimi si credono illustri, l’oscurità e la nullità dell’esito diviene il fato comune e degli infimi e de’ sommi. Leopardi. – Il frutto e il bene della verace amistà non dimora nella corporale congiunzione. Boccaccio;

36. se i soggetti si risguardano separatamente l’uno dall’altro, come avviene specialmente quando sono uniti colla disgiuntiva o, e spesso anche colla copulativa negativa nè e, in generale, quando il predicato è anteposto al soggetto. Ove porge ombra un pino alto od un colle Talor m’arresto. Petrarca. – Qual fortuna o destino Anzi l’ultimo dì quaggiù ti mena. Dante. –

37. Evvi nella misera Europa o regno, o provincia o principato o città, la qual non abbia in questo secolo udito sulle sue porte strepito di tamburi ecc.? Segneri. – Nè pioggia caduta, nè acqua gittata, nè altro umidore li spegneva. Davanzati. – Fra quelle (città) che rovinarono fu Aquileja, Luni, Chiusi, Populonia ecc. Machiavelli. – Anche l’uno e l’altro presi separatamente vogliono il singolare, per es. L’uno e l’altro ha fabbricato un palazzo; ma in senso collettivo rientrano nella regola generale. L’uno e l’altro di loro morirono. Machiavelli;

38. se ad un soggetto singolare è unito per mezzo della cong. con un altro soggetto. Quello andavano a fare che esso co’ suoi compagni avea già fatto. Boccaccio. – Pure è indifferente, in questo caso, adoprare il plurale. La donna colla sua compagnia si misero in via e andavano ratti quanto potevano (dove il genere si adatta al maschile per una costruzione di pensiero). Boccaccio.

39. Persona. Se i soggetti sono di persone diverse, il predicato regolarmente si accorda colla prima a preferenza della seconda, e colla seconda a preferenza della terza. Lo duca ed io per quel cammino ascoso Entrammo. Dante. – Nè tu nè io non possiamo intender la cagione. Leopardi. – Tu dall’un lato e Stecchi dall’altro mi verrete sostenendo. Boccaccio. – Se per altro i soggetti fossero separati da nè od o, e la terza persona fosse messa in ultimo, il predicato può concordare con questa. Me degno a ciò nè io nè altri crede. Dante. – De’ guai (quali) nè io nè il Duca mio si accorse. Dante.

40. Quanto all’accordo del relativo, vedi il capitolo sulle proposizioni relative.



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