Circostanza
116. La circostanza o l’accessorio che accompagna una cosa o persona si esprime per mezzo della prep. con, a cui corrisponde, in senso negativo, la prep. senza; p. es. uomo colla barba, occhio colla cispa, artigli coll’unghie, cane colla museruola, strada col marciapiede, fronte colle rughe. Uomo senza barba, occhio senza cispa ecc. ecc. Vi corrispondono anche qui gli aggettivi: uomo barbuto, occhio cisposo, fronte rugosa ecc.; e la locuzione si può in tutti i casi risolvere per mezzo di avere con un oggetto; p. es. uomo che ha la barba, fronte che ha le rughe ecc.

117. Spesso il sostantivo di complemento è determinato da qualche aggettivo od altro complemento; per es. uomo colla barba lunga, nera; strada con largo marciapiede. Genti v’eran con occhi tardi e gravi. Dante. – Ecco la fiera con la coda aguzza. Dante. – Si vide una cometa con lunga e risplendente coda. Varchi. – Mi par di riconoscere il mio proprio ritratto con un viso di mummia, sparutello, secco .... con un certo colorito di crosta di pane. Redi.

118. Quando la circostanza si fa valere come distintivo d’una cosa dalle altre, usasi la preposizione da sempre articolata; p. es. la giovinetta dalle chiome d’oro, l’uomo dalla cappa nera, un vecchio dai capelli bianchi. Dimmi, Chi è colui dalla veduta amara? Dante. – Quest’angioletta mia dall’ali d’oro. G. De’ Conti.

119. L’usare in questo caso la prep. a è francesismo rimasto però, come eccezione, nella lingua poetica. La lonza alla pelle dipinta. Dante. – I Geloni alla dipinta pelle. Strocchi.

120. È pur da risguardarsi come francesismo significare il complemento di circostanza per mezzo di una locuzione assoluta articolata, senza il con; p. es. Io era ritto sul finestrone, le braccia tra le sbarre, le mani incrocicchiate (colle braccia ecc. colle mani ecc.). Pellico.

Materia
121. Il sostantivo indicante la materia, di cui è formata una cosa, si pone colla prep. di; p. es. statua di marmo, moneta d’oro, cappello di paglia, fiocco di neve, filo d’oro, filo di ferro, esser di pietra, diventare di sasso ecc. I capei (capelli) d’oro fin farsi d’argento. Petrarca.

122. Si adopera in solo quando vuolsi indicare la materia nella quale si è eseguito un lavoro: intagli in legno, lavori in capelli.



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