229. A indicare più particolarmente il mezzo si usa la prep. per. Niuno si conduce a gloria stabile e vera se non per opere eccellenti e perfette. Leopardi.

230. Nel senso di strumento è oggi meno usato, ma era frequente negli antichi. Come i corpi si purificano per (con) certi medicamenti, cosi t’anima per le infermità. Cavalca. – Le guerre si soleano vincere per bene assalire .... ora è mutato modo, e vinconsi per istare bene fermi. D. Compagni.

231. Si costruisce con per anche quella parte di una cosa, con cui la cosa stessa vien presa. I monatti lo presero uno per i piedi e l’altro per le spalle. Manzoni. – Poi caramente mi prese per mano. Dante.

Maniera e guisa
232. La maniera, il modo, la foggia che distingue e determina l’azione del verbo, involgendo per lo più il concetto ora di strumento, ora di compagnia, ora altri concetti avverbiali, si costruisce con varie preposizioni; e questi complementi equivalgono spesso ad un avverbio. (Vedi Gramm., P. II, cap. XXVIII, § 6):

233. con – con arte, con ingegno, con piacere, con pazienza, con virtù, con ragione, con bel garbo, con mia somma soddisfazione ecc.; in luogo de’ quali può dirsi pazientemente, virtuosamente, garbatamente ecc.

234. Il contrario di con è senza: senz’arte, senza ingegno, senza piacere ecc. (spiacevolmente, sgarbatamente ecc.);

235. in – in fretta, in bella maniera, in ogni caso. in ogni modo, in regola, in piè, in fila, in segreto, in perpetuo, in ultimo ecc. (frettolosamente, bellamente, regolarmente, segretamenteecc.). Alcune frasi avverbiali sono divenute voci composte, p. es. invano, indietro ecc.;

236. per – per fretta, per forza, per violenza, per certo, per bel modo, per regola, per ultimo, per sempre, per ordinario (forzatamente, violentemente, certamente ecc.);

237. di – di voglia, di forza, di ragione, di cuore, di buon cuore, di compagnia, di buon grado, di pianta, di passo, di trotto, di slancio, di volo, di certo, di segreto, di soppiatto, d’ordinario, di recente, d’improvviso, di nuovo, di bel nuovo (volentieri, ragionevolmente, cordialmente ecc.).

238. Sono modi francesi: andare o correre al trotto, al galoppo ecc.:



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