625. con relativi (modo più frequente negli antichi, che ne’ moderni). Persuase costui i Genovesi a prendere quella impresa, i quali (ed essi) non solo per soddisfare al duca loro principe, ma per salvar le loro mercanzie, armarono una potente armata. Machiavelli. – Incontanente il dimandarono: come! non era costui attratto? A’ quali il Fiorentino rispose (e il Fiorentino rispose): non piaccia a Dio. Boccaccio. (Vedine altri esempii, P. II, cap. V, § 4);

626. con congiunzioni subordinanti (anche le concessive in questi casi si costruiscono coll’indicativo, non col congiuntivo). Se fosse qui il Cagliostro, forse ci potrebbe dare un poco di lume, essendo vissuto parecchi secoli fa; se bene (ma), poichè morì come gli altri, non pare che fosse immortale. Leopardi.

627. La dottrina e i costumi vostri sono di troppo grande infezione alla gioventù. Sicchè (onde, quindi, perciò) vi si dà questo carpiccio. Caro. – Ben tutto giorno dicesti e dici sinceramente: io godrò; e parecchie volte, ma con sincerità minore: ho goduto. Di modo che (dunque) il piacere è sempre o passalo o futuro, e non mai presente. Leopardi.

Coordinamento logico dei pensieri
628. Il coordinamento delle proposizioni (semplici od ampliate) deve corrispondere al coordinamento dei pensieri, cioè all’ordine, con cui più giudizii o complessi di giudizii vanno seguendosi l’un l’altro nella mente del parlatore, che li trasmette, per mezzo della parola, nella mente di chi ascolta.

629. Quando la mente si arresta e si riposa, allora mettesi il punto fermo, e si dice d’aver finito un periodo. Ma il riposo è istantaneo, e la mente ripiglia il suo lavoro per poi riposarsi di nuovo, e di nuovo lavorare sino al termine del discorso. Ora è da sapere che quello che fa passare la mente da una proposizione indipendente ad un’altra simile, è la relazione fra i soggetti di esse, come quelli che ne costituiscono l’idea fondamentale.

630. Quindi tutta l’arte per far bene il coordinamento fra più proposizioni e più periodi, consiste nel porre acconciamente in corrispondenza reciproca i varii soggetti, facendo sì che tra l’uno e l’altro non vi sia, generalmente parlando, nè distacco, nè salto, ossia nel far sì che il soggetto logico e vero diventi soggetto grammaticale.

631. Pertanto sono da distinguersi due casi: che più proposizioni da coordinarsi possano conservare un medesimo soggetto, o che debbano cambiarlo. Ove il pensiero lo conceda, sarà da cercare che il soggetto muti il meno possibile.



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