14. Dare a ciascuno secondo la di lui dignità. Casa. - La voce «sieno» non è grata al di lui orecchio. Redi. - E con innanzi un aggettivo: la vedova di lui madre. Lasca. - L'infinita di lei bellezza. Vasari. - Al costui tempo fece fare le mura della città leonina. G. Villani. - Questo giovane, i cui costumi e il cui valore son degni di qualunque gran donna. Boccaccio.
15. Nello stile poetico è frequente l'interposizione di complementi con preposizioni, preceduti per lo più da aggettivi, fra l'articolo e il nome. Queste sei visioni al Signor mio Han fatto un dolce di morir desio. Petrarca. - Il già sì caro della patria aspetto. Tasso. - E le gravi per molto adipe dame. Parini. - Infra i severi di famiglia padri. Parini.
Aggettivi e sostantivi
16. Rispetto alla collocazione dell'aggettivo (o del participio in senso aggettivale) che serve da complemento attributivo (vedi P. II, cap. II, § 5) ad un sostantivo, si può fissare la regola seguente fondamentale. Si pospone al sostantivo, quando ha molta importanza e dev'esser notato da chi legge: si antepone, quando più di esso deve esser notato il sostantivo. Quindi, venendo ai più osservabili casi particolari, si antepone l'aggettivo:17. quando esprime una proprietà essenziale al sostantivo, o solita a trovarsi durabilmente in esso, o già nota, o supponibile dalle cose dette avanti. Appartengono a questa specie gli epiteti, onde i poeti, e talora nello stile ornato anche i prosatori, accompagnano i nomi.
18. La quale piangendo a caldi occhi, e stracciandosi le ricche vesti, e i biondi capelli, col leggiadro volto, co' modesti lineamenti, col nobile aspetto .... dava indizio d'esser una delle prime fanciulle di quelle contrade. Firenzuola. - I neri e giovenili capelli, spartiti sopra la fronte con una candida e sottile dirizzatura, si ravvolgevano dietro il capo ecc. Manzoni;
19. quando ha un senso molto generico, come bello, brutto, buono, grande, piccolo, alto, sommo, ottimo, massimo e sim. Usciva dall'un canto del sasso .... una gran polla d'acqua. Caro. - Cominciò a dare le più belle cene, e i più belli (bei) desinari del mondo. Boccaccio. - Le volte piene di ottimi vini. Boccaccio. - L'appetito di nuovi cibi e di nuove bevande. Leopardi. - Porre il piede in questa infima parte dell'universo. Leopardi;
20. quando qualifica un nome proprio; p. es. il bel Gerbino, il biondo Tevere, il divino Ariosto ecc. tranne il caso che debba distinguerlo dagli altri della sua specie, e servire quasi da soprannome, chè allora si pospone: Federigo il grande, Giulio Romano, Pietro Aretino, Niccola Pisano ecc.
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