Il quale
321. Ai pronomi dimostrativi (non mai però in senso neutro) corrisponde altresi il pronome relativo puro il quale (coll'articolo determinato), raro assai nel parlar familiare (dove si usa invece che); ma frequentissimo in ogni genere di scrittura.

Uso di il quale
322. Il quale si adopera nei seguenti casi principalmente:

323. quando il relativo debba usarsi aggettivamente dinanzi ad un sostantivo. Appena due o tre sono oggi in Italia che abbiano il modo e l'arte di scrivere. Il qual numero se ti pare eccessivamente piccolo ecc. Leopardi;

324. quando si riferisce ad un nome separato da esso per parecchie altre parole; nel qual caso è talvolta utile, per amor di chiarezza, ripetere dopo il pronome, il nome. Ammonisce i novizi e gl'imperfetti nella via di Dio, i quali non hanno ancora i sensi mortificati. Tommaseo. - È assurdo l'addurre quello che chiamano consenso delle genti nelle questioni metafisiche, del qual consenso non si fa nessuna stima nelle cose fisiche e sottoposte ai sensi. Leopardi;

325. quando il relativo è posposto ad un nome o pronome o verbo, da cui dipende nella medesima proposiz. relativa. Avea trovato (il giudice) tra due litiganti, uno de' quali perorava caldamente la sua causa. Manzoni. - Era questo uno stanzone, su tre pareti del quale eran distribuiti i ritratti de' dodici Cesari. Manzoní. - Don Abbondio non si curava di quei vantaggi, per ottenere i quali facesse bisogno d'adoperarsi molto o d'arrischiarsi un poco. Manzoni;

326. quando la proposizione relativa è staccata notabilmente dalla principale, o dando principio a un nuovo periodo, o ad un membro nuovo del periodo medesimo. Fu in Perugia un giovane, il cui nome era Andreuccio di Pietro, cozzone di cavalli: il quale avendo inteso che a Napoli era buon mercato di quelli .... con altri mercatanti là se n'andò. Boccaccio. - Il fanciullo, come sentito l'ebbe cadere, così corse a dirlo alla donna. La quale, corsa alla sua carnera, prestamente cercò se i suoi panni v'erano. Boccaccio. (Vedi Parte II, nel capitolo delle Proposizioni relative);

327. quando il relativo deve, per chiarezza, distinguere il singolare dal plurale, e il maschile dal femminile, e viceversa (ufficio, a cui non basta che voce indeclinabile). Dove egli si posa, dintorno a quello si aggirano, invisibili a tutti gli altri, le stupende larve già segregate dalla consuetudine umana, le quali (che o cui sarebbero equivoci) esso Dio riconduce per quest'effetto in sulla terra. Leopardi.

328. Lascio l'infinita varietà dei giudizii e delle inclinazioni dei letterati, per la quale (per cui sarebbe equivoco) il numero delle persone atte a sentire le qualità lodevoli di questo libro si riduce ancora a molto meno. Leopardi.



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