353. quelli che sono espressamente determinati da complementi, attributi, proposizioni relative ecc. insomma da parole antecedenti o seguenti. È buono che noi assaggiamo del vino di questo valentuomo. Boccaccio. - Dentro alla sua casa la ricevette, e di quella nel suo giardino la condusse. Boccaccio. - Queste difficoltà e miserie .... sono ricompensate abbondantemente dalla fama, dalle lodi e dagli onori che frutta a questi egregi spiriti la loro grandezza. Leopardi.
Articolo indeterminato
355. Quella che dinanzi veniva, recava in sulle spalle un paio di vangajuole (specie di reti) e nella destra aveva un baston lungo: l'altra che veniva appresso, aveva sopra la spalla sinistra una padella, e sotto quel braccio medesimo un fascetto di legne, e nella mano un treppiede; e nell'altra mano una facellina accesa. Boccaccio.
Uso di un in senso traslato
356. Coi nomi indicanti cosa unica nel suo genere e perciò, a tutto rigore, priva d'individui (come la materia, ed i concetti astratti) si adopera un soltanto in senso traslato p. es. un sole, una luna per significare un fenomeno, una fase del sole, o della luna; un fuoco, un'acqua per significare una fiamma di fuoco, una quantità di acqua ecc. collo stesso senso che prendono i plurali di tali nomi (vedi addietro, cap. I, § 2). Così dicesi un oro per dire una qualità d'oro; un ferro, un coltello od una spada di ferro; un pane, cioè una pagnotta.357. I nomi astratti di senso generale, costruiti con un, pigliano pur essi senso particolare: una delizia, un dolore, un piacere, nel senso di una cosa deliziosa, un patimento, una sensazione piacevole.
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