Declinare e detenere
Altri due verbi della nostra bellissima lingua adoperati impropriamente e sempre con la complicità dei soliti vocabolari: declinare e detenere.
Cominciamo con l’analizzare il primo, che propriamente significa piegare, calare, modificare, scendere inclinandosi e simili: le colline declinano verso il mare. Non è adoperato correttamente, dunque, nell’accezione di rifiutare, dichiarare, dare e simili: Giovanni ha declinato
l’invito; la polizia ha chiesto ai presenti di declinare le generalità. In questi casi ci sono altri verbi che fanno alla bisogna: respingere, rifiutare, ricusare, rinunciare, dichiarare, dire, esporre , a seconda del contesto. Si dirà correttamente: Giovanni ha rifiutato l’invito; la polizia ha chiesto ai presenti di dichiarare le generalità.
Il secondo, detenere, vale ‘tenere presso di sé (qualcuno o qualcosa) con la forza’ e solo con questo significato andrebbe adoperato. I detenuti non sono trattenuti “con la forza”? Non ci sembra corretto, quindi, usarlo in altre accezioni come, per esempio, “detenere un primato”, “detenere il brevetto” e simili. Anche in questi casi ci sono altri verbi per l’occorrenza: vantare, tenere, avere, possedere ecc.
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