La (arte) cucinaria non è degradante
Ciò che stiamo per scrivere farà storcere il naso a qualcuno, ma non possiamo sottacere l’uso improprio — a nostro avviso — che taluni fanno dell’aggettivo degradante , spalleggiati, purtroppo, da alcuni vocabolari.
Degradante, dunque, è il participio presente del verbo degradare , che significa privare del grado : quell’ufficiale è stato degradato. E solo in questo significato — in buona lingua — andrebbe adoperato. All’infuori di questa accezione si dovrebbero adoperare altri aggettivi che fanno alla bisogna: avvilente, umiliante e simili. Non diremo, quindi: Giulio è stato costretto a un lavoro degradante , ma, correttamente, a un lavoro umiliante.
C’è anche un caso inverso, però, un aggettivo ritenuto scorretto, che... scorretto non è: cucinario. Molti linguisti, infatti, lo condannano e consigliano culinario. Quest’ultimo aggettivo, invece, pur avendo origini latine ( Etimo.it - culinario ) è un francesismo da evitare. Meglio, dunque, arte cucinaria, non culinaria. Ma tant’è.
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