Considerazioni verbali
Considerazioni sull'uso non ortodosso — a nostro modo di vedere — di alcuni verbi, così, come ci vengono alla mente.
Chiamare: è spesso adoperato, soprattutto nel linguaggio sportivo, nel significato di [chiedere, richiedere] (l'attaccante ha chiamato la palla al compagno).
Dimissionare: verbo da evitare, tanto nella forma attiva quanto in quella riflessiva (i vertici aziendali hanno dimissionato il capufficio; il sindaco si è dimissionato). In questi casi i verbi da adoperare correttamente — sempre a nostro modo di vedere — sono: licenziare, congedare, deporre ecc.
Dirottare (propriamente [cambiare rotta]): oggi è invalso l'uso di riferirlo a persone (l'impiegato addetto è stato dirottato in un altro ufficio).
Formare: spesse volte è adoperato in luogo di [rappresentare, essere, costituire] e simili (la famiglia forma la mia ragione di esistere).
Identificare: propriamente vale vedere se due o più persone o cose sono identiche, uguali. Oggi si adopera sempre più
spesso con l'accezione di [accertare, ravvisare, riconoscere] e simili (dopo l'incidente il corpo del ragazzo è stato
identificato dai genitori).
Tielismo o tialismo
La parola proposta oggi è: tielismo.
Sostantivo con il quale si indica un'eccessiva salivazione.
Si veda anche qui e qui.
Gli aggettivi non sempre sono utili
Molto spesso, e probabilmente senza accorgercene, nei nostri scritti adoperiamo aggettivi inutili che appesantiscono la scorrevolezza concorrendo alla formazione della così detta tautologia.
Riportiamo, in proposito, un divertente passo del linguista Luciano Satta.
«Evitare l'aggettivo inutile, l'aggettivo ridondante, l'aggettivo "tautologico" (...). E siccome gli aggettivi in genere non devono mai essere troppi, ecco una bella occasione per risparmiare. Facciamo un esempio molto semplice: non si deve dire cerchio rotondo perché rotondo in questo caso è di troppo. Sembra una sciocchezza, ma tutti ci caschiamo, sia scrivendo aggettivi inutili, sia non accorgendoci, nella lettura, di quelli che gli altri scrivono. Se leggete fra i due c'è una grande collaborazione reciproca, e riflettete un poco, notate subito che di quel reciproca si può fare benissimo a meno, anzi si deve fare a meno, perché una collaborazione fra due persone è sempre reciproca, altrimenti che collaborazione sarebbe?
Così, dire che un uomo è stato condannato secondo le vigenti leggi vuol dire sprecare una parola, essendo poco probabile che uno venga condannato per una legge che non è più in vigore; e ancor più pesante è la ridondanza quando si parla, come spesso si fa, di un uomo condannato secondo le leggi attualmente vigenti. Altrettanto inutile è dire che per esaminare una certa faccenda, per fare una certa indagine è stata creata un'apposita commissione: se la commissione è stata creata per quella certa faccenda o indagine, è per forza apposita.
Si può fare a meno, inoltre, dell'aggettivo futuro in frasi come queste, che sentiamo spesso alla radio e alla televisione o leggiamo sui giornali quando viene intervistato qualcuno: Quali sono i suoi progetti futuri?; Mi parli del suo programma futuro. Un progetto, un programma sono sempre futuri, in questi casi. Si sa che ci possono essere programmi e progetti per un futuro lontano per un futuro immediato, e allora quando ci sono precisazioni simili tutto va bene».
Cortesi amici, aguzzate la vista quando leggete i giornali, e gli orecchi quando ascoltate un servizio radiotelevisivo, avendo a portata di mano una calcolatrice per... calcolare gli aggettivi adoperati inutilmente.

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