Sanguinario e sanguinoso
Si presti attenzione ai due termini: il primo può essere tanto sostantivo quanto aggettivo (quell'uomo è un sanguinario; un pazzo sanguinario); il secondo è solo aggettivo (una ferita sanguinosa).
Vediamo la composizione e il significato intrinseco delle due parole. Sanguinario, dunque, significa che è portato a uccidere e ce lo dice il suffisso -ario> atto a indicare un mestiere, una professione, un'attività (impresa / impresario; banca / bancario; sangue... sanguinario).
Sanguinoso, invece, con il suffisso -oso che indica la presenza di una certa qualità o condizione, sta per sporco di sangue.
Errori opinionistici
Ci dispiace dover censurare, di tanto in tanto, la lingua degli operatori dell'informazione, quelli della carta stampata particolarmente, anche se molti di questi posseggono una laurea in lettere e si piccano di fare la lingua; non è sufficiente una laurea in materie letterarie per potersi fregiare del titolo di linguista.
Non possiamo, dunque, rimanere impassibili davanti a orrori ortografici di cui è infarcita la stampa e gli opinionisti non possono più addebitare gli errori ortografici alla svista dei correttori di bozze, categoria ormai estinta. Vediamo, dunque, sfogliando a caso qualche quotidiano, alcune indecenze ortografiche, in corsivo gli orrori.
L'arrestato, per farsi compatire, camminava a mò d'ubriaco; con quel pò pò di alterigia era naturale che tutti lo snobbassero; nella casa degli orrori è comparsa la scritta villa d'affittare; in quella notte tranquilla gl'astri brillavano sullo sfondo azzurro; nessun' uomo, di questi tempi, può sentirsi tranquillo se abita una villa isolata; qual'è il difetto peggiore, domandò all'intervistata; il suo comportamento è veramente d'ammirare; gl'umori degli astanti non lasciavano presagire nulla di buono; il suo modo di fare è pressocché inaccettabile; il ragazzo è uscito dal coma grazie all'attente cure della mamma; sei proprio un bel angelo, disse la mamma al figlioletto; fate attenzione, recitava un cartello affisso nella fabbrica, gl'acidi sono nocivi alla salute; l'auto dei banditi non ha rispettato l'alt della polizia e ha accellerato la corsa; l'uomo è stato investito sulle striscie pedonali; il ministro ha, però, ribadito che non tutti beneficieranno delle agevolazioni.
Potremmo continuare, ma non vogliamo tediarvi oltre misura.
Messa di requiem
«Gentilissimo dott. Raso, ho dato un'occhiata al suo libro (peccato che non sia in vendita) e gli occhi mi sono caduti dove tratta dell'uso corretto della preposizione da. Lei sostiene che si debba dire Messa di requiem e non da. I testi che ho consultato sembrano, però, darle torto. A questo punto sono spiazzato: a chi debbo dare ascolto? Mi illumini meglio, la prego. Restando in attesa di un suo cortese riscontro, la saluto cordialmente.
Mario T.
Rovereto
(Trento)»
Cortese Mario, non si tratta di dare ascolto a qualcuno, si tratta di osservare le norme grammaticali che regolano la nostra lingua.
E una di queste norme stabilisce che si deve usare la preposizione di, non da, quando si parla di una determinata qualità di una cosa. Mi sembra inverosimile che i suoi testi non facciano menzione di questa regola.
Comunque, gentile amico, al di là di ogni polemica linguistica, fa fede Giuseppe Verdi che ha composto la Messa di requiem.
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