Piantar la vigna e non berne il vino
Questa locuzione, assai antica, si adopera (o adoperava?) per deridere le persone che si danno arie da sapientoni, ma alla resa dei conti... È simile, per certi aspetti, a quella più nota fare i conti senza l'oste.
L'espressione è tratta da una novella che si perde nella notte dei tempi. Un contadino decise di piantare una vigna, ma un indovino gli predisse che non avrebbe mai bevuto di quel vino. Il villano non se ne curò e si mise a piantar le viti.
Arrivò il tempo della vendemmia e il contadino cominciò — come è naturale — a fare il vino. Quando fu pronto si
fece porgere un bicchiere per assaggiarlo, sorridendo al ricordo della profezia. Ma fece i conti senza l'oste.
Un grosso porco si introdusse nella vigna e cominciò a calpestarla, costringendo il contadino a posare il bicchiere colmo di vino per correre a difendere il suo tesoro.
Il villano, così, non bevve il vino della sua vigna, come aveva sentenziato l'indovino.
Rendere conto
Rendere conto — locuzione verbale che si costruisce con la preposizione di non con la congiunzione che (anche se in uso): mi rendo conto di avere esagerato, non che ho esagerato.
Quando non è possibile questa costruzione per motivi “fonici” si ricorra all'espressione “rendersi conto del fatto che”: mi rendo conto del fatto che la situazione è complessa.
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