Mettere i tappeti

«Giovanni, guarda tua moglie, ha messo i tappeti». «Che cosa vuoi dire? Michele, non capisco». «Voglio dire che tua moglie, per la timidezza, è arrossita».
Questa locuzione, mettere i tappeti, che significa arrossire per la vergogna o per altri motivi, è stata relegata nella soffitta della lingua. La rispolveriamo perché ci sembra interessante la sua origine e vorremmo che tornasse di moda nei salotti linguistici.
Vediamo, dunque, come Ludovico Passarini — un maestro dei modi di dire — spiega l'origine dell'espressione. «È frase popolare graziosissima presa dall'uso antico di mettere fuori dei balconi i tappeti rossi in occasione di feste religiose, e quando si faceva la corsa del palio, come nel seguente esempio del Fagiuoli: "(...) il povero Orazio, innamorato dell'Isabella, al solo sentirla nominare, s'era fatto rosso, e la furbacchiotta di Lena lo canzona (...). Aveva poi cercato di dar nell'umore a coloro, a' quali non piacciono le Cicalate, se non odono in essere tagliare il giubbone al terzo o al quarto... mio danno se non gli aveva serviti dall'amico, perché aveva preso di mira cinque o sei e rivedeva loro le bucce, e lavava loro il capo sudicissimamente senza ranno e senza sapone, e senza risparmiargliene, gliele tirava giù alla peggio in modo tale, che non avriano potuto far di meno di non mettere i tappeti (cioè di non vergognarsene quelli)"».

05-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Raccettare

Ancora un verbo relegato nella soffitta della lingua e che ci piacerebbe fosse rispolverato e rimesso a lemma nei vocabolari dell'uso: raccettare.

Chi raccetta che cosa fa, dunque? Nulla di sconveniente, tutt'altro. Saluta gli ospiti, molto cordialmente, e si complimenta con loro.

Il Tommaseo, però, dà al verbo in oggetto un significato non "molto nobile".

04-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il fanfarista

Come si chiama colui che suona in una fanfara? Non c'è un termine che fa alla bisogna. Potremmo chiamarlo, per tanto, "fanfarista".

Il suffisso -ista, sin dall'antichità, si affigge in italiano a basi lessicali verbali e nominali per formare sostantivi che designano attività, mestieri, professioni. Da arte abbiamo artista; da violino si ha violinista; da fanfara possiamo avere, benissimo, fanfarista

03-03-2020 — Autore: Fausto Raso — permalink