535. Non che si costruisce col congiuntivo. Vedi P. II, cap. VI, § 17, in fine.
Nelle proposizioni comparative
536. Nelle proposizioni comparative (vedi P. II, cap. VI, § 19) si usa l’indicativo, quando la comparazione si riferisce ad un fatto certo e determinato; si usa il congiuntivo, quando la si riferisce a un fatto incerto e generale.537. Si danno ad ogni vizio, più che non fanno i giovani dissoluti (con maggior forza potea dire non facciano). Pallavicini. – Costei fu dal padre tanto teneramente amata, quanto alcuna altra figliuola da padre fosse (potesse essere) giammai. Boccaccio. – La botte non dà altro vino che la si abbia (qualunque sia il vino che possa avere). Proverbii. – Il ribaldo tornò più presto che il suo padrone non se l’aspettasse (poteva aspettarselo). Manzoni. Vedine altri esempii loc. cit.
Nelle proposizioni consecutive
538. Nelle proposizioni consecutive (vedi P. II, cap. VI, § 22) si usa l’indicativo, quando la conseguenza si dà come un fatto reale; si usa il congiuntivo, quando la conseguenza si propone come necessaria o possibile, ovvero, come uno scopo di chi opera. Il peccato ha sì brutta faccia che i suoi seguaci si argomentano di ricoprirla eziandio a sè stessi. Pallavicini. – Andate in maniera che nessuno s’avveda di nulla. Manzoni. (Vedi altri esempii loc. cit.). Si usa sempre il congiuntivo dopo troppo .... perchè (loc. cit.).I modi nelle proposizioni subordinate
539. I modi nelle proposizioni subordinate dipendenti da una proposizione negativa o interrogativa. Quando le proposizioni subordinate dipendono da una proposizione di senso negativo o restrittivo (di rado, pochi, difficilmente, a mala pena) o interrogativo, in modo che questo senso si estenda anche a quelle, allora si usa in esse il congiuntivo, perchè la negazione e il dubbio tolgono loro il senso della realtà, lasciando soltanto quello della possibilità e della incertezza.540. Non aveva chi avesse cura di lui. Cavalca. – Sappi che in terra non è chi governi. Dante. – Non ho mai potuto intendere a che serva l’arte nostra. G. Gozzi. – Io non so chi tu sii. Dante. – Rade volte addivien (avvien) che all’alte imprese Fortuna ingiuriosa non contrasti. Petrarca. – Appena due o tre son oggi in Italia che abbiano il modo e l’arte dell’ottimo scrivere. Leopardi.
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