Verbi ausiliari
58. I VERBI AUSILIARII che formano i tempi composti (vedi P. I, cap. XVI), si antepongono sempre al respettivo participio; p. es. ho parlato, mi sono ferito, sono lodato, sono stato biasimato. Si possono interporre fra l'uno e l'altro avverbii e frasi avverbiali, purchè non debban esser messi in molto rilievo. - Un espresso fastidio dell'esser loro li aveva universalmente occupati. Leopardi. - Fu per questi provvedimenti di Giove ricreato ed eretto l'animo degli uomini. Boccaccio. - Non senza maraviglia ho più volte considerato ecc. Castiglione.

59. Quanto alla inserzione di altre parole fra l'ausiliare ed il participio, vedi il capitolo seguente.

60. Nella poesia è lecito anteporre il participio. Infino ad ora Combattuto hanno, e non pure una volta. Petrarca. - Simile fatto sono al pellicano. Ariosto. - Siede la terra, dove nata fui. Dante. - Presso alcuni antichi, questa inversione era frequente anche in prosa. Come fatto fu il dì chiaro ecc. Boccaccio. - Nè potè ella, poichè veduto l'ebbe, appena dire, Domine ajutami ecc. Boccaccio.

Infinito
61. L'infinito si pospone a quel modo finito o infinito, da cui dipende; p. es. voglio scrivere, cominciò a parlare, propose di partire ecc., eccettuato il caso che l'infinito dovesse mettersi in particolar rilievo; p. es. scrivere non voglio, voglio leggere.

62. Nella poesia si può fare l'inversione. A pena è viva e di morir propose. Tasso. - Gli atti ch'ivi Mirar farieno ogn'ingegno sottile. Dante.

63. Anche fra il verbo reggente e l'infinito che ne dipende, si possono interporre avverbii e frasi avverbiali, quando non ci sia bisogno di metterli in rilievo, o quando modifichino il primo più che il secondo. Non potendo l'uomo sulla terra confidare in altro che nelle sue forze, nulla mai non dee cedere. Leopardi.

64. Inversione: quando ognuno rimproverare il potea di grandissimo temerario. Segneri. - Non schivar, non parar, non ritirarsi Voglion costor. Tasso.

Participio passato
65. Il PARTICIPIO PASSATO aggettivamente usato, ora si prepone, ora si pospone al sostantivo, nè più nè meno dei veri aggettivi. Vedi indietro questo capitolo I, § 3 e seg.

66. Usato nel senso di proposizione subordinata implicita, va soggetto a quelle osservazioni che faremo nel cap. III di questa Parte.



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