Una zeugmata

La vittima subiva richieste di denaro e minacce di morte*
Probabilmente qualche linguista — nel caso si imbatta in questo sito — sarà pronto a fustigarci perché censuriamo questo titolo di un quotidiano in rete. Motivo? Il titolo — a nostro avviso — contiene uno zeugma (si potrebbe definire un “quasi errore") che in buona lingua italiana è da evitare.
Che cosa è questo zeugma? È una figura retorica che consiste nel riferire un verbo a due o più elementi della frase che richiederebbero, invece, ciascuno un verbo specifico. Lo zeugma, insomma, produce un'incoerenza semantica.
Nel titolo in oggetto il verbo subiva è collegato tanto a richieste quanto a minacce. A nostro modo di vedere le minacce non si subiscono, si ricevono. In questo caso, per tanto, occorrono due verbi; uno per le richieste e uno per le minacce: la vittima subiva richieste di denaro e riceveva minacce di morte.
Secondo il nostro modesto parere i titolisti non sarebbero incorsi in una zeugmata se avessero adoperato il verbo ricevere, buono sia per le richieste sia per le minacce.
Attendiamo smentite dai soliti linguisti, ai quali potremmo rispondere, eventualmente, con le parole di Leo Pestelli: «... Quando Dante scrisse “parlare e lagrimar vedrai insieme...” non fece grammaticalmente una buona figura, ma i retori, con una controfigura, quella dello “zeugma” o aggiogamento, consistente nel riferire un verbo a più parole diverse mentre per il senso non converrebbe propriamente che a una di esse, ci misero prontamente una toppa...».
È bene, insomma, non “zeugmare"
22-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il prefisso e la stampa

Lo zar che ha ritrasformato la Russia in super potenza
Continua la nostra crociata contro la malalingua della carta stampata e no. Il titolo di questo settimanale in rete contiene uno strafalcione che grida vendetta: super potenza. In lingua italiana, non in quella cispadana, i prefissi si scrivono attaccati (mai staccati o con il trattino) alla parola che segue. Correttamente, quindi, superpotenza.
In proposito vediamo cosa dice il Treccani in rete:
«super- pref. (dal lat. super-, super “sopra"). -
1. Con valore locale, forma pochi agg. e sost., nei quali significa “sopra, che sta sopra" (come in superglottico, superumerale) o, più raram., “superficiale" (come in superfinitura).
2. Esprime addizione, sovrapposizione (come in superstrato, superinfezione) o processo o condizione in eccesso rispetto al normale (superalimentazione, superallenamento).
3. Col sign. generico di “che sta sopra, che va oltre, che supera", indica il superamento di un certo limite (come in superalcolico, supersonico), il superamento di determinati caratteri (supernazionale, superpartitico), una posizione preminente (supervisione, superarbitro) o assolutamente preminente (come in superuomo).
4. Per sviluppo del sign. prec., forma numerosi sost. e agg. ai quali conferisce valore superlativo: supercinema,
superbollo, supergigante, supermercato; superbianco, superdissetante
».
Vediamo, anche, come alcuni vocabolari scrivono il termine in questione: Gabrielli:
«superpotenza: (su-per-po-tèn-za) s.f.
Stato dotato di un grande potenziale bellico, spec. di tipo atomico, e di un grande apparato industriale, che gli conferiscono...
»
De Mauro: «superpotenza.
Stato militarmente ed economicamente molto forte, che esercita un'influenza notevole sugli eventi e
sulla politica internazionale
»
Sabatini Coletti: «superpotenza (su-per-po-tèn-za) s.f.
• Stato che possiede un imponente apparato industriale e bellico (spec. nucleare).
21-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Cinquantaseenne o cinquantaseienne?

Il suffisso -enne, dal latino ennis, tratto da annus (anno), con il significato che ha tot anni ( un cinquantaquattrenne, cioè una persona che ha 54 anni) è causa di perplessità con i numeri composti con il sei: cinquantaseenne o cinquantaseienne? La “i" ci vuole o no?

Non tutti i vocabolari concordano. Alcuni sono pilateschi (ammettono entrambe le grafie), altri attestano solo la grafia senza la i (cinquantaseenne), altri ancora solo con la i (cinquantaseienne). Come comportarsi, allora?

Il suffisso “-enne" si unisce al numero dopo aver tolto a quest'ultimo la vocale finale: cinquantotto, cinquantott, cinquantottenne; trenta, trent, trentenne. Da cinquantasei (o da sessantasei ecc.), togliendo, quindi, la vocale finale resterà cinquantase cui si aggiungerà il suffisso -enne: cinquantaseenne.

Vediamo, ancora. Ottantaseenne, quarantaseenne, ventiseenne. Non si toglie la vocale finale con i numeri composti con il tre: trentatreenne, settantatreenne, novantatreenne.

20-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink