Nomi esocentrici
Probabilmente peccheremo di presunzione se scriviamo — senza tema di essere smentiti — che molte firme di spicco del giornalismo e che si piccano di fare la lingua non hanno mai sentito parlare dei nomi composti esocentrici.
Bisogna dire, però, per onestà e a loro scusante, che non tutti i così detti sacri testi grammaticali trattano l'argomento. Vediamo, dunque.
Si dicono esocentrici — in linguistica — quei nomi composti, generalmente un sostantivo e un aggettivo, che hanno il significato nel loro interno, dentro (dal greco ἔσω /éso/, εἴσω /éiso/, dentro, all'interno).
Un nome composto la cui esocentricità è ben visibile è pellerossa. Proprio per questo motivo alcuni Autori lasciano questo sostantivo invariato nella forma plurale: il pellerossa, i pellerossa.
Per costoro, dunque, il significante è all'interno del termine: l'uomo che ha la pelle rossa; l'uomo dalla pelle rossa.
Noi non condividiamo assolutamente e seguiamo la regola secondo la quale i nomi composti di un sostantivo (pelle) e di un aggettivo (rosso) nella forma plurale mutano le desinenze di entrambi i componenti: il pellerossa, i pellirosse.
Borbottare e... barbottare
«Gentilissimo dr Raso,
mi è stato detto che "barbottare", verbo che non avevo mai sentito, è una variante del più comune "borbottare". Le sarei veramente grato di una sua conferma perché la seguo fin dai tempi del "Cannocchiale".
Grazie in anticipo e un cordiale saluto.
Giovanni T.
Vibo Valentia»
Sì, cortese amico, i due verbi sono l'uno sinonimo dell'altro e hanno, per tanto, lo stesso significato.
Occorre dire, però, che per alcuni Autori barbottare sarebbe di uso regionale, particolarmente toscano.
Veda i seguenti collegamenti:
Dizionario.org - barbottare
Etimo.it - barbottare
Etimo.it - borbottare
Non fare il cacàm
Questo termine, forse poco conosciuto in quanto non attestato nei vocabolari che abbiamo consultato, non è schiettamente italiano, lo riportiamo perché ci sembra perfetto per designare una persona saccente, presuntuosa.
Il vocabolo è di provenienza ebraica, kakiam, e significa sapiente. Adoperato in senso figurato acquista il significato di presuntuoso, saccente: Giulio, ti prego, non fare il cacàm, non ostentare, cioè, la tua cultura.
In lingua italiana è un sostantivo maschile invariabile: il cacàm, i cacàm.

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