Un po' di coraggio linguistico

Invitiamo gli amici della carta stampata (e no), che spesso bacchettiamo per i loro orribili strafalcioni, che gridano vendetta al cospetto del Divino, ad avere un po' di coraggio linguistico nel femminilizzare i sostantivi indicanti professioni fino a qualche anno fa riservate esclusivamente agli uomini.

Lo spunto ci viene dato da un titolo che campeggiava sulle pagine di un giornale in rete: “Padova, rugbista travolge l'arbitro donna: sospeso tre anni”. Se invece di arbitro donna avessero scritto l'arbitra, femminilizzando, appunto, il sostantivo arbitro qualcuno, forse, avrebbe gridato allo scandalo, ma avrebbero dimostrato, al contrario, di avere coraggio linguistico da vendere.

Perché, dunque, l'arbitra dovrebbe scandalizzare e la sindaca, l'avvocata, la ministra, l'impiegata, la soldata, l'architetta e la sarta no? Si femminilizzino, quindi, tutti i nomi di professioni che riguardano le donne, naturalmente rispettando le norme grammaticali che regolano la formazione del femminile.

Se non cadiamo in errore anche l'Accademia della Crusca è su questa linea.

11-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Alleviare

Si presti attenzione al congiuntivo presente di questo verbo, perché non tutti i vocabolari concordano.

Alcuni mettono la doppia i, una della radice e una della desinenza: che essi alleviino; altri una sola i: che essi allevino.

Si segua questa semplice regola: i verbi con la prima persona singolare del presente indicativo in -io con la i non accentata perdono la i della radice davanti a desinenze che cominciano con “i": graffiare, graffi (non graffi-i); studiare, studi (non studi-i), studino (non studi-ino), alleviare, allevi (non allevi-i), allevino (non allevi-ino).

08-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink


Il pro e il contra

Due parole sull'uso corretto delle preposizioni improprie contra e contro.

La prima, che vale contro, non è più nell'uso, resta solo nella locuzione il pro e il contra (la pronuncia della o deve essere aperta, ò), sebbene vada sempre più affermandosi il pro e il contro.

In funzione di prefisso richiede il raddoppiamento della consonante che segue: contraccolpo, contraccambio, contraddanza, contravveleno ecc. Alcune forme semplici, cioè senza il raddoppiamento della consonante che segue, come, per esempio, contradire, sono tollerate ma da evitare in uno scritto formale.

La seconda, contro, si unisce direttamente al sostantivo che segue, alcuni Autori la fanno seguire dalla particella a (ma in buona lingua non è un uso da seguire): Luigi, infuriato, si scagliò contro i presenti; l'automobile, sbandando, finì contro al muro. Con i pronomi personali si può far seguire dalla preposizione a: contro me; contro a me. È preferibile, però, la preposizione di: contro di me. Al contrario di contra non richiede mai il raddoppiamento della consonante che segue: contropelo; controcassa ecc.

07-01-2021 — Autore: Fausto Raso — permalink